Per la serie termini astrusi che potrebbero diventare molto familiari: Open Graph.
Facebook ha annunciato che nei prossimi mesi renderà disponibili agli sviluppatori le API di Open Graph che permetteranno a qualunque pagina del web di avere tutte le funzioni di un “profilo pubblico” di Facebook.
Ciò vuol dire che:
– le aziende non saranno obbligate ad aprire un profilo pubblico su Facebook per far parte del grafo sociale di FB. In pratica chiunque potrà diventare fan di una qualsiasi pagina su Internet, es. del corporate website di un’azienda, e qualunque azione svolta su quella pagina, all’esterno di FB, entrerà a far parte della grande “rete blu” di FB (dei risultati di ricerca, del profilo dell’utente e del suo stream).
Per usare la metafora di MG Siegler l’idea di Zuckerberg è quella di fare in modo che i siti web diventino gli affluenti del fiume Facebook, il fiume di informazioni ed esperienze più importante della rete.
– che la creatura di Zuckerberg prova a diventare la piattaforma di riferimento per l’autenticazione in rete
Dovremmo riparlarne non appena saranno rivelati ulteriori dettagli di implementazione, ma nel frattempo mi piacerebbe sentire la vostra opinione. Potrebbe migliorare l’esperienza utente ? A quale prezzo ?
Mah. Non so questa cosa potrà migliorare l’esperienza utente. Di certo getterà nel panico milioni di gestori di siti web. Già adesso in molti sviluppatori, se da una parte sono affascinati dal fatto di non doversi sobbarcare le procedure di login, affidandosi a Facebook Connect, dall’altra sono terrorizzati perché perdono qualsiasi gestione sui profili degli utenti (ad iniziare dalle statistiche d’accesso e tutti i dati connessi).
@Nicola grazie del commento. FB sta venendo incontro a queste paure e ha probabilmente darà più info degli utenti a chi deciderà di implementare Open Graph (ha già annunciato che gli sviluppatori potranno conoscere l’email degli utenti che si loggeranno con FB)
Non si tratta di una violazione della privacy? Forse avrò capito male le tue parole. Comunque si ha la sensazione che la propria vita sia in realtà quella virtuale. Viviamo in mondi creati per soddisfare il nostro ego annoiato. Secondo me, quello che dice Jenkins può essere riferito ad una percentuale bassa degli utenti. Non tutti vanno sui forum a discutere di The Matrix o di Survivor. E’ sicuramente interessante la possibilità di poter approfondire la narrazione ma è sicuramente dispendioso in termini di tempo. E’ come se si dovesse spendere più tempo aldilà che aldiqua (passatemelo). Il tutto a scapito della vita reale, quella fatta di rapporti reali, di legami reali e di storie reali. Insomma, secondo me un’opera di narrazione transmediale permette approfondimenti verso nuove direzioni ma ti fa perdere tanto di quel tempo altrimenti spendibile in attività più costruttive.
Saluti
scusa ma forse ho sbagliato post per parlare di Jenkins. Ho trovato quello su Jenkins ricercando informazioni su internet, ma poi distraendomi sono finito su quello relativo all’open graph. Chiedo scusa. Saluti