Mark Zuckerberg ha appena scritto un post per delineare la sua nuova visione per il futuro.
Secondo il fondatore di Facebook l’era delle piattaforme aperte, vere e proprie piazze digitali, sta finendo perché le persone chiedono spazi privati, più simili ad un soggiorno domestico (lo dimostra il successo della messaggistica istantanea, delle storie che spariscono dopo 24 ore, dei gruppi chiusi). Ecco perché l’obiettivo sarà ripensare tutti i propri servizi con un’attenzione spasmodica alla privacy, attuale tallone d’Achille dell’azienda.
Le idee portanti di questo nuovo corso sono:
– Interazioni private. Creazione di spazi nei quali le persone possano sentirsi al sicuro da sguardi indesiderati, decidendo con chi comunicare, senza rischi di privacy;
– Sicurezza e cifratura end-to-end alla base di ogni comunicazione tra persone;
– Permanenza ridotta. Dare la possibilità di controllare la durata dei contenuti condivisi, in modo da evitare che rimangano in circolazione in futuro. Per esempio i messaggi potranno essere cancellati dopo un mese, di default. Oltre a ciò Zuck assicura che verranno conservate meno informazioni personali e per meno tempo;
– Interoperabilità. L’obiettivo è quello di unificare la messaggistica tra tutti servizi dell’impero Facebook. In pratica gli utenti potranno scegliere di inviare un messaggio da Messenger ad un contatto che non lo usa, ma che magari ha WhatsApp, Instagram Direct e viceversa. Oppure semplicemente recapitargli il testo via SMS;
– Conservazione sicura dei dati. Non verranno conservati i dati scambiati in server ospitati in nazioni poco attente alla privacy e alla libertà di espressione.
Si tratta di una mossa necessaria e coraggiosa. Questi buoni propositi, infatti, comportano diverse sfide, non solo tecnologiche, che sono finalizzate a due obiettivi principali: riconquistare la fiducia delle persone e permettere la costruzione di nuovi servizi al di sopra di questa nuova infrastruttura di comunicazione, quelli legati all’ecommerce e alle transazioni finanziarie.