Pinterest ha depositato il documento S-1 che ufficializza la procedura di Initial Public Offering che si concretizzerà ad Aprile. E’ interessarlo scorrerlo perché in esso sono racchiusi gli obiettivi, le sfide e tanti dati che possono essere utili per capire come evolverà nei prossimi anni.
La società, fondata nel 2010 da Ben Silbermann (CEO), Evan Sharp (CPO) e Paul Sciarra, definisce Pinterest uno strumento di produttività per pianificare i tuoi sogni. Con esso le persone possono farsi ispirare (aiutati anche ad un motore di ricerca che fa uso di intelligenza artificiale per fornire raccomandazioni), raccogliere idee in bacheche (board) ed acquistare i prodotti più interessanti (per ora uscendo dall’app e andando verso l’ecommerce del venditore).
Finanziamenti: 1,5 miliardi raccolti da diversi Venture Capital per una valutazione di 12,3 miliardi di dollari;
Fatturato: 755,9 milioni di dollari nel 2018 (nell’anno precedente erano stati 472,8 milioni);
Perdite: 2018: 62,9 milioni di dollari (in netto calo rispetto ai 130 milioni dello scorso anno);
ARPU: il fatturato medio per utente è di $3,14 (+25% anno su anno)
Dunque, rispetto ad altre società che cercano una quotazione in Borsa, Pinterest, pur non mostrando ancora utili, presenta una buona attenzione ai conti.
Utenti: il numero di utenti mensili nell’ultimo trimestre del 2018 è stato pari a 265 milioni (250 milioni se si considera solo dicembre). Il 69% dei “Pinners” risiede al di fuori degli Stati Uniti. 2/3 di essi sono donne e, secondo una ricerca di ComScore, 8 su 10 sarebbero mamme.
La piattaforma genera oltre 2 miliardi di ricerche al mese, di cui l’85% fatte in mobilità. Gli utenti hanno creato 4 miliardi di bacheche e salvato oltre 175 miliardi di pin.
Nelle prossime settimane vedremo come Wall Street accoglierà la società. Sicuramente il denaro raccolto servirà ad incrementare l’espansione all’estero, a raffinare gli strumenti di targhettizzazione pubblicitaria e a consentire gli acquisti in-app (come appena fatto da Instagram).
Ma la crescita sarà molto difficile perché, pur provando a differenziarsi dagli altri social visivi, Pinterest combatte la stessa battaglia per l’attenzione di tutti altri ed in più gareggia con Google per presidiare la fase di discovery dei prodotti.