La newsletter è un email periodica con un contenuto informativo inviata ad una lista di sottoscrittori. Si distingue dalle DEM (Direct E Mail) perché queste hanno uno scopo più mirato e di natura commerciale, tipicamente contengono una CTA (Call To Action) che indirizza i destinatari verso un sito web.
Il 2019 sembra essere stato l’anno della rinascita delle newsletter, interpretate spesso come ultimo baluardo contro la tirannia degli algoritmi che regolano i social media, limitando la visibilità delle comunicazioni. La lettera digitale è anche un modo per sviluppare un rapporto più stretto con i sottoscrittori, che possono rispondere al mittente usando la posta elettronica.
Dal 2013 ho associato a questo blog una newsletter che aveva solo lo scopo di inviare gli ultimi articoli pubblicati, come modo per tenere aggiornati chi non mi segue sui social media. Da maggio, invece, ho cambiato formato, creando una selezione commentata delle notizie più interessanti della settimana. In questo periodo ho testato diversi servizi di invio newsletter per capirne potenzialità e limiti. Ecco la mia opinione su quelli più interessanti.
Mailchimp
Mailchimp è una vera e propria piattaforma di marketing automation. Nasce per aiutare ad automatizzare e ottimizzare le comunicazioni commerciali via email delle piccole imprese, ma ora permette anche di creare pagine web, pianificare social adv e gestire contatti.
Si possono creare newsletter dall’aspetto professionale usando template e strutturare le sezioni con semplici drag and drop di elementi (testo, video, immagini, codice).
L’invio può scattare secondo trigger specifici (es. si può reinviare una stessa comunicazione a coloro che non l’hanno aperta al primo invio).
Punto di forza è la gestione dei contatti come in un CRM, per cui è possibile controllare le azioni fatte (es. quali NL hanno aperto), arricchire le informazioni, creare liste specifiche (es. quelli che non aprono NL da un certo periodo) . Un vantaggio notevole è che coloro che si disiscrivono non vengono cancellati dal database, ma spostati in una specifica lista.
Molto dettagliate sono le statistiche sulle performance delle campagne.
L’invio delle email è gratuito se il database dei contatti non supera i 2000 nomi. Oltre si paga, ma crescono anche i servizi non strettamente legati alla gestione delle newsletter.
Tinyletter
Tinyletter fu acquisita da Mailchimp nel 2011 e da allora non è chiaro il suo futuro. Piace per il suo aspetto minimalista e la sua semplicità.
E’ come avere un foglio bianco da riempire solo con testo (con formattazione di base), immagini, codice html.
Scarse le statistiche: solo la lista dei sottoscrittori, le aperture totali e uniche, i click totali e unici. Impossibile capire quale link è stato più cliccato.
Revue
Revue, nata nel 2015 in Olanda, ha il suo punto di forza in un editor di newsletter sofisticato e al contempo semplice e veloce da usare. Permette di aggiungere elementi multimediali e pezzi di contenuto precedentemente salvati come tweet, post di Instagram e Facebook o articoli da Pocket, con un semplice drag and drop.
La versione gratuita permette un invio a soli 50 contatti. Poi il prezzo dipende dal numero di contatti (es. 2000 contatti costano 10$ al mese) e dal livello di servizio (tipo la scelta del dominio).
Statistiche basilari, ma con possibilità di capire quali link hanno catturato l’attenzione dei lettori.
La sua caratteristica è che offre la possibilità di trasformare la newsletter in una fonte di reddito, subordinando l’iscrizione al pagamento di una cifra, sulla quale Revue trattiene il 6%.
Substack
Substack, creata nel 2017 dal fondatore di Kik (app di messaggistica) e finanziata da a16z, combina la newsletter con l’elemento community.
L’editor è molto basilare e non ci sono possibilità di personalizzazione del design. Le statistiche danno accesso alle metriche standard e all’analisi dei link di maggior successo.
E’ completamente gratuita e non ha limiti di sottoscrittori, ma non è data facoltà di personalizzare il dominio sul quale vengono ospitate le NL (la forma è sempre del tipo nome.substack.com).
Su ogni newsletter i lettori possono lasciare cuori di apprezzamento e commenti.
In più è possibile scrivere dei post che vengono pubblicati sul proprio profilo, proprio come su un blog.
Interessante la possibilità di offrire la newsletter a pagamento (Substack trattiene il 10%), ma anche decidere, di volta in volta, quali inviare a tutti o solo a chi ha pagato.
In conclusione la scelta del servizio di newsletter dipende dagli obiettivi e dalle esigenze che si hanno. Io avevo iniziato ad usare Mailchimp per la sua completezza, ma avendo superato il numero di contatti e non volendo pagare per funzioni che non uso ho optato per Substack. Se vi va di iscrivervi lo potete fare qui.
Segnalo anche Sendinblue, piattaforma francese per l’invio di email ad un costo contenuto, se paragonata a Mailchmp. Ne parlo qui: https://www.netpreneur.it/recensioni/recensione-sendinblue/