L’intelligenza artificiale generativa è ormai un fenomeno con cui le aziende devono fare i conti. Non si tratta più di chiedersi se adottarla, ma come farlo in modo strategico per ottenere vantaggi concreti. Purtroppo molte imprese si muovono in modo disorganizzato, inseguendo le novità senza una direzione chiara. Per questo ho provato ad immaginare delle linee guida nel paper “Come portare l’IA generativa in azienda” sulla base nei miei ultimi due anni di esperienza di consulenza aziendale in tale ambito. Qui, ripropongo un framework in quattro fasi che può guidarvi nell’analisi iniziale all’adozione.
Assessment – Quanto è pronta l’azienda?
Prima di tutto, è essenziale una valutazione onesta del punto di partenza. Da uno studio del MIT Sloan Management Review e BCG (2019), il 78% delle aziende che falliscono nell’implementazione dell’IA lo fa perché non ha definito chiaramente il proprio livello di maturità digitale. Le situazioni tipiche sono tre:
- Nessuno utilizza strumenti di IA: serve un piano di introduzione strutturato.
- Alcuni dipendenti usano l’IA in modo spontaneo : é necessaria una regolamentazione per allineare l’uso con gli obiettivi aziendali.
- L’IA è già adottata in più reparti: bisogna ottimizzare l’uso e integrarlo nei processi aziendali.
Oltre alla maturità tecnologica, bisogna identificare i punti in cui l’IA può generare il massimo impatto in azienda e gli elementi di ostacolo attraverso una mappatura delle competenze esistenti e l’individuazione delle eventuali resistenze al cambiamento all’interno dell’organizzazione.
Formazione e training – Creare una cultura dell’IA
Il successo della GenAI in azienda dipende più dalle persone che dalla tecnologia. Inutile adottare strumenti avanzati se i dipendenti non sanno come usarli (o, peggio, li temono). Le aziende più innovative, secondo diversi studi, hanno approcciato l’adozione dell’IA con percorsi formativi chiari. Un percorso efficace può essere di questo tipo:
- Workshop iniziali per spiegare cosa può (e cosa non può) fare l’IA, ridimensionando le aspettative.
- Training specializzato, ad esempio, tool text-to-text per copywriter e tool text-to-image/video per il reparto creativo.
- Formazione continua: dato che la materia evolve rapidamente, servono aggiornamenti periodici per restare competitivi.
Un errore comune è pensare che la formazione sia un evento “una tantum”. L’AI è un cambiamento costante e chi si ferma, viene superato.
Sperimentazione – Testare per capire il vero valore
L’introduzione dell’IA non dovrebbe avvenire su larga scala fin da subito. Il metodo più efficace è quello Lean AI che prevede piccoli esperimenti prima della diffusione. Prima di iniziare il test, è bene fissare 4 elementi chiave:
- Obiettivo chiaro: perché stiamo introducendo l’IA? Quale problema deve risolvere?
- Gruppo pilota: chi sono le persone coinvolte?
- Strumenti specifici: quali tool testiamo? Un singolo software o più alternative?
- KPI misurabili: come valutiamo il successo della sperimentazione?
Ottimizzazione ed estensione – Integrare l’IA nei processi aziendali
Se la sperimentazione ha funzionato, è il momento di scalare. Ci sono due strategie principali:
- Ottimizzazione interna: migliorare l’uso dell’IA nei reparti già coinvolti, formalizzando le best practice in un manuale operativo.
- Espansione ad altri settori: adottare l’IA in nuove funzioni aziendali, trasferendo il know-how ai team meno esperti.
In questa fase, alcune aziende scelgono di personalizzare le soluzioni IA, integrandole con i sistemi aziendali (CRM, ERP, database interni). Ad esempio, costruire un chatbot su misura che attinga ai documenti aziendali con tecniche di Retrieval-Augmented Generation (RAG).
L’IA è un acceleratore, non una soluzione magica
Adottare l’IA in azienda non significa semplicemente implementare strumenti tecnologici, ma trasformare il modo in cui si lavora. Il vero valore si ottiene quando l’AI diventa un amplificatore delle capacità umane, e non un rimpiazzo.
Le aziende che oggi pianificano in modo strategico la loro adozione dell’IA saranno quelle che domani guideranno i mercati. Le altre? Rischiano di rimanere indietro.