Usare l’intelligenza artificiale come un collega di lavoro, non come uno strumento

In una precedente ricerca, un gruppo di ricercatori della Harvard Business School, tra cui il noto divulgatore Ethan Mollick e l’italiano Fabrizio Dell’Acqua, avevano dimostrato che l’uso dell’IA determina un aumento della produttività individuale.
Ma cosa succede quando si lavora in gruppo? È questa la domanda che ha stimolato una nuova ricerca degli stessi studiosi, intitolata “The Cybernetic Teammate: A Field Experiment on Generative AI Reshaping Teamwork and Expertise”.

L’esperimento svolto è stato quello di coinvolgere 776 professionisti di Procter & Gamble nello sviluppo reale di nuovi prodotti, dall’idea, al packaging alle strategie di vendita. Alcuni hanno lavorato individualmente, altri in gruppo, con o senza l’ausilio dell’IA.

I gruppi sono stati composti casualmente e in ognuno sono stati inseriti due tipi di professionisti senior: esperti commerciali ed esperti tecnici di Ricerca e Sviluppo. 

A metà di questi gruppi è stato dato ChatGPT (in particolare i modelli GPT-4 o GPT-4o) e a metà no. 

Inoltre alcuni professionisti hanno lavorato da soli, metà con l’aiuto di ChatGPT e metà senza. Tutti coloro che hanno potuto lavorare con l’IA hanno anche ricevuto una sessione di formazione e un set di prompt che potevano usare o modificare. 

Grazie a questa progettazione dell’esperimento si sono potuti isolare gli effetti dell’IA e del lavoro di squadra sia indipendentemente sia in combinazione.

IA come booster

La prima evidenza è stata che, quando lavoravano senza IA i team hanno superato le prestazioni dei singoli di una quantità significativa (0,24 deviazioni standard).
Ma la sorpresa è stata scoprire che i singoli che lavoravano con l’IA hanno ottenuto prestazioni altrettanto buone dei team senza IA (mostrando un miglioramento di 0,37 deviazioni standard rispetto alla linea di base). Ciò suggerisce che l’IA ha effettivamente replicato i vantaggi prestazionali di avere un compagno di squadra umano.

IA come booster di produttività 1

Inoltre si è visto che i team con IA hanno ottenuto le migliori prestazioni complessive con un miglioramento di 0,39 deviazioni standard, sebbene la differenza tra i singoli con IA e i team con IA non fosse statisticamente significativa. 

Come se non bastasse, analizzando le soluzioni di prodotto emerse dai lavori si è visto che le soluzioni migliori provenivano dai team che avevano sfruttato l’IA.   

IA come booster di produttività 2


Infine, si è constatato che i team IA hanno lavorato anche più velocemente, risparmiando il 12-16% del tempo rispetto ai gruppi non IA, producendo soluzioni anche più dettagliate. 

L’IA colma le lacune

Analizzando i singoli professionisti che hanno lavorato senza “strumenti intelligenti” si è visto che tendevano ad elaborare soluzioni, rimanendo nel proprio ambito di specializzazione. Gli specialisti di R&S si sono focalizzati sulla proposta di soluzioni tecniche, mentre i commerciali hanno privilegiato il loro approccio al mercato. 

Al contrario i professionisti che hanno potuto sfruttare l’IA sono arrivati a soluzioni che bilanciavano gli aspetti tecnici e commerciali. 

Questo effetto si è visto soprattutto su quei professionisti meno esperti nello sviluppo di prodotti. Quindi l’IA è riuscita a colmare le lacune di conoscenza funzionale, consentendo a questi lavoratori di trovare soluzioni  al di là della propria formazione specialistica, e ha aiutato i dilettanti ad agire più come esperti.

L’IA produce migliori esperienze emotive

Anche l’ultima evidenza dell’esperimento mi sembra significativa: i lavoratori che hanno potuto sfruttare ChatGPT hanno dimostrato un maggiore entusiasmo e più energia nel compiere il compito assegnato. Potrebbe essere un caso isolato, ma sicuramente contraddice la narrazione comune di un’IA che depaupera il lavoro e aumenta lo stress. 

l'IA migliora l'esperienza emotiva

Verso aziende aumentate

I risultati di questa ricerca sono particolarmente promettenti perché suggeriscono che l’IA può dare grandi benefici se usata come un compagno di squadra e non come uno mero strumento.
Lo dico da tempo, chi considera l’IA come una calcolatrice evoluta che ci fa risparmiare tempo, automatizzando alcune attività, spreca enormi opportunità.

Queste evidenze dovrebbero spingere le aziende più lungimiranti a immaginare un’organizzazione del lavoro diversa, fatta di team di persone e macchine in una collaborazione costante e simbiotica. Io ho sempre parlato di lavoratore aumentato o cyborg, ma qui si apre una prospettiva nuova, quella di organizzazioni ibride e aumentate. Un nuovo paradigma per non perdere competitività in mercati sempre più difficili.   

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