Non si può non guardare con attenzione la nuova creatura di 4 importanti pionieri del Web 2.0: Marc Canter (co-fondatore di Ourmedia ), Robert Scoble, Joseph Marc (capo degli smanettoni di Plaxo) e Michael Arrington (fondatore di TechCrunch).
Ma se tale creatura è una Carta dei Diritti degli utenti del Web Sociale permettetemi un pizzico di diffidenza:
Dichiariamo pubblicamente che tutti gli utenti del web sociale hanno i seguenti diritti fondamentali:
Il diritto di proprietà delle proprie informazioni personali, inclusi i dati di profilazione, la lista delle persone alle quali si è connessi, il flusso dei contenuti creati Il diritto di controllare se e come tali informazioni siano condivise con altri La libertà di concedere l’accesso persistente alle proprie informazioni personali a siti esterni di fiducia.I siti che rispettano tali diritti s’impegnano a permettere ai propri utenti:
la distribuzione dei propri dati di profilazione, la propria lista di contatti ed i dati condivisi con loro attraverso il servizio, usando un URL persistente o token API e formati di dati aperti; la distribuzione del proprio flusso di attività all’esterno del sito; di effettuare link dalle proprie pagine di profilo verso identifier esterni, in modo pubblico; di scoprire quali persone conosciute sono nel proprio sito, attraverso l’uso degli stessi identifier esterni resi disponibili per il lookup nel servizio.
Che ne pensate ? Ce n’era proprio bisogno ?