Questo mese Wired annuncia senza mezzi termini la morte della “famiglia Nielsen” ossia del modo tradizionale di misurare il successo di uno show televisivo sulla base di un panel di spettatori seduti di fronte ad un televisore. La diffusione di internet sta contribuendo ad una sostanziale modifica delle abitudini di consumo, anche delle trasmissioni televisive. La visione sta diventando non lineare, frammentaria e avviene attraverso dispositivi mobili e servizi nuovi come Hulu, Netflix, Apple TV/iTunes, Amazon Prime, Roku. In questo mondo in evoluzione i rilevatori dell’audience fanno fatica ad adeguare le proprie tecniche.
A ciò si aggiunga la morte prossima del telespettatore passivo. Sempre più spesso, infatti, la visione diventa condivisione di commenti in rete ed interazioni (like, share, retweet, reply) soprattutto attraverso Facebook e Twitter. Le discussioni online stimolano anche la visione di coloro che non avrebbero mai visto uno spettacolo da soli, ma che lo fanno proprio perché connessi da remoto, ad altri.
Inoltre questo buzz è in grado di stimolare visioni successive o in differita rispetto al tempo di messa in onda.
Ecco che diventa fondamentale per gli operatori del settore (broadcaster e inserzionisti) capire l’andamento dei volumi di conversazioni in rete e le caratteristiche di questa nuova audience attiva (ne ho parlato a Wired.it).
In Blogmeter, ormai da qualche anno, offriamo ai broadcaster italiani gli strumenti per misurare tutto questo e abbiamo deciso di promuovere un workshop sul tema più ampio della “nuova televisione” durate il World Communication Forum. Discuteremo di “Social TV: case histories italiane e prospettive future” l’11 aprile a Milano con Aida Arjomand (MTV), Andrea Fabiano (RAI) e Andrea Materia (co-autore insieme a Gianpaolo Colletti del libro “Social TV”). Se vi va di esserci iscrivetevi gratuitamente.
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