Microsoft ha annunciato che acquisterà la divisione di Nokia che produce telefoni cellulari e servizi per 3,79 miliardi di euro in contanti. Inoltre con 1,65 miliardi aggiuntivi si aggiudicherà anche l’uso dei brevetti e delle licenze di mappe e servizi di geolocalizzazione per dieci anni.
Nokia, che nacque come trasformatrice di legno, cellulosa e poi produttrice di calzature, continuerà a sopravvivere, mantenendo il controllo sulle sue infrastrutture di rete (NSN) e sui suddetti servizi (HERE).
La partnership tra i due colossi era iniziata nel 2011 quando Stephen Elop, ex dirigente Microsoft passato alla guida della casa finlandese, decise di rilanciare i device con Windows Phone. Una mossa che ha sicuramente evitato una fine ingloriosa a Nokia, ma che ancora non è riuscita ad impensierire i nuovi signori della telefonia mobile (Windows Phone ha un 8% di quote di mercato in Europa, ma solo il 3,5% in US)
La decisione di oggi è chiaramente tesa ad imprimere un’accellerazione alla presenza di Microsoft nel mercato dei device, mobili e di gaming (come spiegato in questo documento). Ma non sarà facile erodere quote di mercato ad Android (lato sistemi operativi) e a Samsung (lato dispositivi), dovendo anche gestire una transizione che coinvolge 32.000 persone.
L’hardware è diventato una commodity, il cui controllo, però, è necessario a garantire prodotti di alta qualità. Questa consapevolezza sta aumentando la “concentrazione dei poteri” nel vasto territorio della tecnologia, spingendo noi consumatori a schierarci con il fornitore in grado di soddisfare meglio i nostri bisogni tecnologici (dal desktop al mobile, passando per i social media fino ai futuri smart device).
Google, Microsoft, Apple sono i “partiti” più avanti nella convergenza. Restano Samsung, re dell’hardware che potrebbe pensare ad un investimento massiccio in software, e Amazon, signore dei servizi cloud e dell’e-commerce, che potrebbe acquisire Blackberry e sfidare la triade.