L’algoritmo di Facebook, che regola ciò che viene mostrato nel news feed personalizzato degli utenti, è basato su una moltitudine di elementi che non vengono svelati nel dettaglio, ma solo accennati a grandi linee. Di recente, però, durante un webinar destinato a pochi editori, sono emerse informazioni utili sui nuovi fattori di posizionamento delle notizie.
Come funziona l’algoritmo di Facebook?
Le istruzioni che compongono l’algoritmo misterioso seguono queste quattro fasi.
1. Inventory. Ogni volta che accediamo alla piattaforma, il sistema recupera e considera tutte le notizie pubblicate recentemente dal nostro network (fatto di amici e pagine seguite)
2. Signals. A questo punto entrano in gioco i segnali che sono di contesto e di contenuto.
I segnali di contesto sono quelli che aiutano il sistema a determinare la situazione attuale dell’utente:
– l’orario e il luogo di accesso
– la tipologia di connessione
– il dispositivo usato
In questo insieme potremmo far rientrare le azioni proattive che ognuno di noi compie o dovrebbe compiere per “curare il nostro news feed”, addestrando l’algoritmo: smettere di seguire un amico o una pagina, silenziarlo, nascondere o segnalare un post.
I segnali di contenuto sono quelli che riguardano le notizie:
– tipologia di contenuto (non è chiaro se ci sono tipologie che vengono privilegiate)
– chi ha postato la storia (pagina o profilo)
– quanto è completo il profilo dell’autore
– quando è stata pubblicata (la “freschezza” viene premiata)
– quanti commenti, condivisioni e reazioni ha ottenuto
– quanti feedback negativi (se è stato nascosto o segnalato)
– il tempo medio trascorso dagli altri utenti sulla storia anche senza cliccare e il tempo intercorrente tra il click al link esterno e il ritorno dell’utente all’homepage di Facebook
– il livello informativo del post (nel caso di link è importante il testo di accompagnamento)
Ma alcuni segnali hanno un peso maggiore di altri. In questo momento Facebook privilegia quelle che chiama “meaningful interactions” ossia le interazioni naturali che possono avvenire quando:
– il link al post è stato condiviso su Messenger e ha dato luogo ad una conversazione
– ci sono stati commenti multipli da parte di stesse persone (i botta e risposta sono segnali di interesse)
– un amico fa interazioni o condivide il post di una pagina (a maggior ragione se questo provoca ulteriori interazioni)
– l’interazione avviene tra due persone (amici e familiari, in particolare), anzichè tra persona e pagina.
3. Predictions. Sulla base dei segnali l’algoritmo opera una previsione personalizzata per ognuno degli utenti connessi ossia prova a dare risposta alla domanda: quanto è probabile che piaccia ognuno dei contenuti analizzati (ossia stimolerà la lettura, i click, le reazioni, i commenti)?
4. Score. Infine ad ognuna delle storie dell’inventario viene assegnato un punteggio di rilevanza e quelle con più punti vengono mostrate nel news feed dell’utente
Consigli per gli amministratori di pagina
Ecco alcuni consigli che ho elaborato sulla base delle informazioni contenute nelle linee guida ufficiali.
– Conoscere la propria audience
Tipicamente le aziende su Facebook sono di due tipi: quelle che pubblicano post autoreferenziali, partendo dai contenuti che hanno a disposizione e seguendo la propria agenda commerciale (lancio prodotto, eventi, ecc.) e quelle che decidono di puntare aprioristicamente su contenuti divertenti in grado di aumentare le interazioni, ma perdendo di vista la “brand identity”. L’ideale sarebbe approfondire la conoscenza della propria audience, partendo dalle statistiche di Facebook Insights: demografiche, provenienza, orari e giorni di connessione, contenuti che ottengono più interazioni (in particolare commenti).
– Creare contenuti utili
I contenuti dovrebbero essere di qualità e pensati per essere utili al proprio pubblico, non di mero intrattenimento. L’utilità viene dedotta dall’algoritmo sulla base dei segnali di cui sopra. Al momento sono premiati quei contenuti come articoli e video in diretta in grado di stimolare discussioni accese (più che semplici like).
La scelta del formato più opportuno (video/foto 360, live, sondaggi, ecc.) andrebbe operata dopo una fase di test e verifica del gradimento.
Ciò premesso, Facebook consiglia di postare frequentemente e tempestivamente (seguendo l’attualità e i trend del giorno).
– Evitare pratiche fraudolente
Facebook penalizza le pagine che usano pratiche di “link baiting” (post ingannevoli usati per portare visite ad un sito) e di “engagement baiting” (post che contengono frasi del tipo “metti mi piace se…”, “condividi se anche tu…”, “vota X se…”, “tagga un amico…”).
Ho provato a riassumere quelle che, al momento, risultano essere le buone pratiche da seguire per ottenere un engagement organico, ma ovviamente per migliorare la reach dei propri contenuti le aziende non possono prescindere da un’oculata promozione a pagamento dei post di maggiore qualità.
Se avete altri suggerimenti che nella vostra esperienza hanno funzionato potete utilizzare i commenti per condividerle con gli altri lettori.
Un ottimo tutorial. Non sapevo che l’algoritmo di Facebook è noto..
grazie…noto solo in parte 🙂
Ottimo articolo, ottima analisi… Molte cose le ho studiate e messe in pratica e concordo su tutti i punti… La cosa più importante è sicuramente quella di evitare pratiche fraudolente avete fatto bene a sottolinearlo!
contento di essere stato utile!
Ottimo articolo. Ho provato a seguire alcuni accorgimenti a cui avevo pensato ma non avevo mai messo in pratica.
Risultato ottimo.
Devo dire che le Insights di facebook, non sono poi cosi granulari come invece lo è il targeting.
Che ne pensi?
si vero, qualcosa di più si ottiene scaricando gli xls ma potrebbero fare di più
Ottimo articolo, ottima analisi.
grazie