Quando giorno dopo giorno leggi e approfondisci i nuovi fenomeni tecno-sociali diventa difficile essere catturati da un tomo di 300 pagine in inglese, che tratta quegli stessi argomenti.
Poi trovi il tempo di iniziare a leggere “Here comes Everybody” di Clay Shirky e ti ritrovi ad escogitare le tattiche più assurde per evitare di arrivare troppo velocemente alla conclusione.
Si perchè Shirky, che è un grande affabulatore, ha construito il suo libro come un racconto, pieno di esempi illuminanti, dei cambiamenti epocali che l’uso di nuove tecnologie, fondate su un “architettura della partecipazione“, stanno producendo sulla società.
Secono Shirky i nuovi strumenti sociali, come i blog, i wiki, i social network, producono un effetto sociale interessante solo quando diventano tecnologicamente noiosi. Essi permettono fondamentalmente l’abbattimento di due tipologie di costi: quelli di produzione/pubblicazione e quelli di transazione (i costi manageriali di gestione delle organizzazioni).
Per effetto del dissolvimento dei primi si determina il fenomento della “mass amateurization” ossia il trasferimento verso la collettività di capacità/possibilità prima relegate ad un ambito professionale (si pensi al ruolo del giornalista). Da qui l’inversione generalizzata del pattern precedente “prima filtro e poi pubblico”.
L’abbattimento dei secondi, invece, rende semplice la creazione di gruppi e la cooperazione tra individui, al di fuori dei confini e delle regole di un’istituzione o di un’organizzazione (es. i gruppi di pressione o i flash mob).
In sintesi ciò che sta accadendo oggi è il collegamento tra produzione amatoriale (la categoria di “consumatore” non è più una identità permanente, ma solo un comportamento transitorio), e partecipazione simmetrica (nel momento in cui le persone ricevono un’informazione sono anche in grado di trasmetterla facilmente ad altri).
Ma perchè uno strumento sociale abbia una qualche probabilità di funzionare bisogna che poggi, in ordine, su tre elementi:
– una promessa, es. di poter partecipare alla “divulgazione” della conoscenza mondiale con un piccolo contributo
– uno strumento, che renda concretizzabile la promessa, es. un wiki in grado di raccogliere e organizzare quei piccoli contributi
– un patto, chiaro e bilanciato tra le parti, es. che il contributo del singolo rimanga a disposizione di tutti e non venga trasformato in un opera commerciale.
belin, mi sa che qui alla fine torniamo a rileggere david hume, rousseau et al… 😛 🙂
mi fa uno strano effetto di circolarità. cmq segnato, grz x recensia
Lo sto leggendo da un mese e mi piace assai
Bella recensione.
Grazie a questo post l’ho appena comprato.
non vedo l’ora che esca in italiano…dovrebbe uscire per quelli di codice edizioni se non erro!
@Marco esatto, a marzo !