Foursquare & C. ? Conosciuti solo dagli early adopter

Forrester Research ha scoperto che solo il 4% delle popolazione online statunitense ha usato almeno una volta un Geo Social Network come Foursquare, Gowalla, Loopt.

Il dato dovrebbe sorprendere giornalisti e studiosi che negli ultimi giorni hanno addirittura parlato di un fenomeno italiano.

Un boom che riguarda anche l’Italia, come conferma Monica Fabris, sociologa e presidente dell’istituto di ricerca Gpf (fondato da Gian Paolo Fabris), che ha un osservatorio permanente sui social network: “Foursquare piace perché sposa due cose che piacciono agli italiani: mobilità e socializzazione. E poi simbolizza la nuova fase del Web 2.0: la contaminazione tra reale e virtuale. La socializzazione on line entra nella vita reale. Le due dimensioni della persona si ricompongono”.

Mi piacerebbe capire dalla dottoressa con quali mezzi ha rilevato questo boom di Foursquare in Italia (sul suo sito non v’è traccia di uno studio in tal senso), visto che sia Nielsen che Google Trends for Websites non rilevano un’utenza particolarmente alta nel nostro paese (nella migliore delle ipotesi intorno agli 80.000 visitatori mensili).

5 replies on “Foursquare & C. ? Conosciuti solo dagli early adopter”
  1. says: gba

    Si tratta di un fenomeno, quello della geolocalizzazione, dalle forti potenzialità e questa estate porterà sicuramente ad una maggiore diffusione. Ma… stiamo parlando proprio di early adopter. Anzi, dal mio osservatorio personale (leggi richieste di friendship, chiacchiere da blog, ecc.) mi sembra che solo ora si cominci vagamente a sperimentarne l’uso, complice magari un po’ di tempo estivo da dedicare ai luoghi e alla sperimentazione tech.

    Per quanto riguarda i dati americani (maledettamente quantitativi) mi sono fatto l’idea (qualitativa) che per ora ci troviamo di fronte a trend setter, cose così.
    Da dove viene il buzz? Ma dalle aziende in cerca di innovazione in chiave di marketing, o meglio: da chi fa loro consulenza. E il cerchio si chiude 😉 Ecco il motivo di certe affermazioni.

  2. says: Giuliano

    Concordo con Luca, parlare di Boom in italia sinceramente mi sembra un po azzardato… tutti quelli che conosco che lo stanno sperimentando sono appassionati di cultura digitale e amanti di ogni genere di strumento social… forse ha fatto i conti insieme al matematico che ha ben pensato di calcolare gli utenti italiani di 4sq con una proporzione rispetto agli utenti di Facebook:

    2 milioni : 500 milioni = x : 16 milioni. In Italia 60.000.

    e’ vero che la matematica non e’ un opinione ma magari i dati in input andrebbero ragionati con un po’ piu di calma 😉

  3. says: Monica Fabris

    Condivido molto delle cose dette. Tranne quella della ‘bidimensionalità della persona umana’, espressione mai usata, neanche dal gionalista.
    La distinzione era tra spazio reale e spazio virtuale (quello che Manuel Castells definisce space of flow) che trovano un momento di sintesi nelle nuove applicazioni basate sulla georeferenziazioni. Mi é stata richiesta una ‘personale previsione’ sull’evoluzione di foursquare per come ho avuto modo di osservarla in questa fase aurorale. Purtroppo come ben sappiamo, e come mi capita costantemente di riscontrare, il taglio giornalistico non valorizza le note metodologiche. Nonostante la mia insistenza su questo aspetto, mi trovo costantemente a dover intervenire ex post per precisare il dato, le sue fonti, le tecniche di rilevazione utilizzate,
    L’intervista a cui si fa riferimento é frutto di una telefonata ricevuta mentre ero a san francisco in cui veniva richiesto un mio parere, in virtù delle ricerche che svolgo su questo tema per diverse aziende italiane, tra cui Telecom Italia. In particolare si faceva riferimento a uno scenario, che non riporto sul sito per rispetto della titolarità del dato da parte del cliente, ma che é stato pubblicato in estratti in varie testate tra cui Nova.
    Lo scenario, curato da me e da Alberto Castelvecchi restuituisce il primo grande studio italiano sulle attitudini e i comportamenti degli utenti di social media, sulla base di un campione di 5000 casi. Sto riaggiornando la rilevazione e ripensando a una forma ‘aperta’ che ci consemta una maggiore condivisione del dato.
    Sulla base di questo studio, le modalità di propagazione e utilizzo di Foursquare mi hanno subito colpito non solo per la rapidità e la rilevanza quantitativa del tasso di viralità, quanto per la profondità e incidenza nei vissuti personali a cui si accompagna. E’ un fenomeno che sto monitorando con molta attenzione e di cui sto raccogliendo un primo dato quantitativo. Sarà mia cura diffonderlo, anche per ‘riscattarmi’ nella comunità di questa discussione

    1. says: vincos

      Dott.sa Fabris grazie per la precisazione. Se decidesse di condividere alcuni findings delle sue ricerche in merito, sarebbe interessante discuterne in questo spazio.

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