Qualche giorno fa, al Connect 2022, Zuckerberg ha presentato i progressi della sua azienda sul fronte metaverso ad un anno dalla trasformazione della stessa in Meta. La destinazione rimane la stessa, ma il percorso è cambiato.
In questi dodici mesi l’azienda ha perso il 60% del suo valore in borsa, ha subìto un brutto colpo dal sistema ATT di Apple che gli è costato 10 milioni di dollari e sta combattendo contro l’attacco di TikTok che ha imposto un nuovo modello di social media.
La visione di Zuck è rimasta integra ossia contribuire, da protagonista, alla prossima tappa dello sviluppo di internet, caratterizzata dalla sensazione di presenza e basata su una nuova computing platform. Il metaverso sarà fruibile da una molteplicità di dispositivi, ma quello che garantirà la migliore esperienza sarà un visore per la realtà virtuale e mista, in grado di simulare le esperienze sensoriali del mondo fisico.
La grande sfida all’adozione è convincere milioni di persone che le esperienze fatte oggi sono limitate da un diaframma ingombrante rappresentato dallo schermo (del PC e dello smartphone).
Il visore, come prossima piattaforma computazionale, accorciando le distanze tra display e occhi, farà sparire anche la distanza percepita tra online e offline. E inoltre, questa è la scommessa, dovrebbe sostituire, in parte, il computer.
Ma convincere la maggioranza delle persone a comprare un visore oggi non è una missione semplice perché siamo di fronte ad un possibile cambio di paradigma. Lo stesso che abbiamo vissuto negli anni 90 quando Bill Gates sognava di portare un computer su ogni ufficio e in ogni casa (“A computer on every desk, and in every home, running Microsoft software”). Zuckerberg non lo dice apertamente, ma è facile scommettere che sogni la stessa cosa (ricordiamoci che Gates è stato mentore di Zuckerberg ai suoi esordi).
Per arrivarci ha deciso di aprire un nuovo sentiero. Non più solo quello del mercato consumer, ma anche quello del mondo business.
La strategia consumer
Arrivare al cuore dei consumatori non è per niente facile nella situazione attuale. I visori sono ancora pesanti e poco efficienti. Le esperienze più coinvolgenti sono quelle di gioco e di fitness (non a caso Meta ha comprato alcune delle software house più interessanti in questi ambiti). Mancano ancora dei mondi immersivi squisitamente sociali che stimolino un effetto rete. Su questo Meta sta lavorando col suo Horizon Worlds (disponibile solo in cinque paesi), ma ancora la qualità non è sufficiente per accendere l’interesse del consumatore medio (in questo momento è anche infestato da bug e poco usato internamente, come ha svelato un memo recentemente trapelato).
Una nuova strategia interessante è quella di rendere disponibile Horizon World anche via web e di contaminare i social media attuali con squarci da “altri mondi” (da qui l’idea di far usare i “Meta Avatar” all’interno delle video chat di Messenger e di permettere la trasformazione in Reels dei video catturati dentro Horizon World).
Ma l’ideale per accelerare la produzione di esperienze immersive rimane il coinvolgimento degli sviluppatori che, però, si attivano quando c’è adozione e dunque potenziali guadagni (Meta ha sottolineato che delle oltre 400 applicazioni presenti nel suo store circa un terzo sta realizzando fatturati milionari). Un gatto che si morde la coda.
La strategia business
La novità del Connect 2022 è stata proprio la nuova strategia che punta al mercato delle aziende e che passa per due grandi annunci: Meta Quest Pro e la partnership con Microsoft.
Meta Quest Pro è il visore di fascia alta per la realtà virtuale e mista, destinato a prosumer, sviluppatori e aziende. Probabilmente il più evoluto sul mercato ad un prezzo di $1.499,99 (da noi €1.799,99). Ovviamente rispetto al Quest 2, destinato al mercato di massa, è molto più potente e efficace nella generazione dell’effetto immersivo (qui le specifiche).
In particolare, grazie a sensori e 5 fotocamere esterne, si riesce a passare istantaneamente dalla realtà virtuale alla realtà mista (pass-through stereoscopico a colori), cioè ad una riproduzione digitale della realtà fisica circostante che rende alcune operazioni di lavoro più agevoli.
Inoltre, le 5 fotocamere interne, permettono un tracciamento degli occhi e delle espressioni del viso al fine di riprodurle sull’avatar digitale. In questo modo i meeting risultano molto più realistici.
In un’intervista a The Verge, Zuckerberg dice chiaramente che Meta Quest Pro punta a quei 200 milioni di lavoratori che cambiano PC ogni anno. In questa fase non basterà lo sforzo di marketing di Meta. Ecco perché è stata stretta una partnership strategica con Microsoft e con Accenture.
There are 200 million people who get new PCs every year, primarily for work. I do think that, as we develop the Quest Pro line and continue building it out, you’re going to be able to do pretty much everything and more you can do on PCs on VR. So I think that this is just another big vector for developing the next computing platform.
Mark Zuckerberg
L’idea è di portare il visore nelle grandi aziende con un supporto consulenziale e con la solida infrastruttura di Microsoft (Azure Active Directory e Intune per la gestione).
Non solo: Satya Nadella ha annunciato che porterà Teams e la suite di prodotti Office, ribrandizzata Microsoft 365, sui dispositivi Quest. Cioè i software di produttività più usati al mondo (Word, Excel, PowerPoint, Outlook e SharePoint) saranno ripensati per una fruizione in realtà virtuale.
Saranno queste le killer app per l’adozione dei visori nel mondo business? Useremo meno il PC e indosseremo, al suo posto, un visore per accedere ad una serie di monitor per lavorare meglio, da qualunque postazione?
Forse tra qualche anno, ma molto dipenderà dalla capacità di queste aziende, e di altre, di puntare sulla virtualizzazione dei loro prodotti. Insomma, il lavoro di Zuckerberg è solo all’inizio, ma la determinazione e le risorse non gli mancano. Potrebbe mancargli il tempo.