Ci sono aziende che hanno un’idea di metaverso opposta a quella che ha Mark Zuckerberg, non una realtà virtuale occlusiva, ma una realtà aumentata. I sostenitori più importanti sono Snap, che già fa largo uso di AR nei suoi filtri, Apple e Google, che stanno progettando degli occhiali adatti a questo scopo e Niantic.
L’azienda del CEO e fondatore John Hanke (padre di Keyhole, acquisito da Google e trasformato in Google Earth) è nota per i primi giochi in realtà aumentata, Ingress del 2012 e Pokémon Go del 2016. Il secondo, che ha raggiunto un successo di pubblico incredibile e che ha reso popolare una nuova tecnologia, si stima abbia generato 5 miliardi di ricavi nei primi cinque anni. Dopo, sono arrivati altri giochi di minor successo come quello dedicato a Harry Potter, qualche flop e il nuovo Pikmin Bloom, dove l’obiettivo è far crescere delle creature floreali, i Pikmin, semplicemente camminando il più possibile.
Ma Niantic non è un’azienda che fa semplicemente giochi, seppur innovativi. È più interessata ad utilizzare i dati geolocalizzati prodotti dai giocatori per uno scopo più ambizioso: “building the real world metaverse”, costruire il metaverso per le masse, un metaverso a misura d’uomo. Non un mondo sintetico nel quale rifugiarsi, ma un mondo più ricco di quello che ci circonda.
Come società, possiamo sperare che il mondo non regredisca in quel tipo di posto che spinge gli eroi della fantascienza a trovare rifugio in uno virtuale – o possiamo lavorare per assicurarci che ciò non accada.
John Hanke
In Niantic, abbiamo scelto la seconda strada. Crediamo che si possa usare la tecnologia per abbracciare la “realtà” della realtà aumentata – incoraggiando tutti, inclusi noi stessi, ad alzarci, uscire e connetterci con le persone e col mondo circostante. Questo è ciò per cui siamo nati noi umani, il risultato di due milioni di anni di evoluzione e di conseguenza queste sono le cose che ci rendono più felici. La tecnologia dovrebbe essere usata per migliorare queste esperienze umane fondamentali, non per rimpiazzarle.
Lightship: il mondo 3D per la realtà aumentata
Un passo concreto verso questo universo aumentato è la creazione di Lightship, un Software Development Kit che permette agli sviluppatori di usare le tecnologie di Niantic, ad esempio quelle che consentono alla videocamera di uno smartphone di identificare i luoghi, le superfici, le profondità e quindi piazzare oggetti digitali nel mondo fisico.
La funzione principale di questo SDK si chiama VPS ossia Visual Positioning System, una sorta di GPS visivo, più evoluto. Grazie ad esso gli oggetti digitali non appariranno fluttuanti di fronte ai nostri occhi, ma ancorati ad un punto ben preciso e ben integrati nella realtà circostante, come se la riconoscessero.
Tutto ciò sarà possibile perché l’azienda sta mappando esattamente la posizione e la volumetria di migliaia di luoghi. Come? Servendosi dei dati provenienti dalle fotocamere e dai sensori degli smartphone dei giocatori di Ingress e Pokémon Go. Al momento sarebbero stati scansionati 30.000 luoghi, alcuni dei quali, quelli più popolari, con una precisione al centimetro. Oltre al lavoro passivo dei giocatori, gli sviluppatori potranno scansionare autonomamente i luoghi che vorranno includere nelle proprie creazioni attraverso una specifica app di Niantic, chiamata Wayfarer (al momento in beta).
Già esistono diverse applicazioni create con Lightship. TRIPP permette di fare sessioni di meditazione che hanno come effetto la crescita di varie piante in un giardino aumentato. PIXELNYX è una sorta di metaverso musicale nel quale gli artisti comunicano con i propri fan attraverso esperienze di gioco.
È in arrivo anche il nuovo gioco di Niantic Peridot che permetterà di far crescere e curare delle creature immaginarie capaci di interagire realisticamente con il mondo circostante (agiranno diversamente se incontreranno un cespuglio o una statua presente nel mondo reale).
Campfire: un social in AR
Qualche giorno fa, durante il Lightship Summit, Niantic ha svelato anche un nuovo prodotto per il grande pubblico chiamato “Campfire”. Nelle intenzioni, dovrebbe porre le basi per creare un “real-world social network”, un social basato sul mondo reale. Il rilascio di Campfire come app autonoma non è ancora iniziato.
Per ora esiste come funzione aggiuntiva ai giochi Ingress e Pokémon Go. Un “social discovery layer” che permetterà ai giocatori di trovare altri utenti nei dintorni, scambiare messaggi, scoprire eventi e condividere contenuti legati a punti specifici della città.
Niantic è determinata a costruire un “digital twin” della terra, una mappa tridimensionale dei luoghi che possa servire come base per tutte le future applicazioni di realtà aumentata (inizialmente ad accesso gratuito, ma poi a pagamento per gli sviluppatori). Un kit per applicazioni AR accessibili ovunque, con smartphone, occhiali e attraverso un browser (per far ciò ha acquisito la startup 8th Wall).
Sarà interessante vedere cosa decideranno di fare gli altri competitor.
Meta e Snap hanno creato tool di sviluppo per esperienze AR usabili solo sulle proprie applicazioni e non hanno ancora dati sufficienti sulla comprensione del mondo circostante. Inoltre, Meta persegue parallelamente anche la strada della realtà virtuale.
Google ed Apple, al contrario, hanno già molti dati per le mappe 2D e 3D, ma non hanno ancora chiarito se percorreranno con convinzione la strada della realtà aumentata. Tutti stanno progettando anche degli occhiali AR leggeri e potenti per l’utilizzo quotidiano. Chi riuscirà a conquistare il cuore di sviluppatori e i consumatori?