Da tempo ormai viviamo immersi in un ambiente mediale che ci offre stimoli in ogni istante. Questa sensazione di essere parte di un flusso informativo è amplificata da dispositivi mobili che accompagnano la nostra giornata con notifiche pressanti provenienti dai social media. Questo ci porta a reagire immediatamente, interagendo costantemente con la nostra cerchia sociale, che ormai comprende anche le aziende.
Ma gli uomini e donne di marketing fanno ancora fatica a comprendere che la conversazione non è più controllabile come una volta. Che bisogna virare verso il Real Time Marketing, con i rischi che comporta, ma anche con le opportunità che offre.
Il Real Time Marketing è un’approccio al mercato che fa leva sulla capacità aziendale di rispondere velocemente ad eventi e stimoli esterni
Tale approccio può essere meramente tattico e quindi esaurirsi in una serie di pratiche di risposta non organizzate, oppure strategico. In questo secondo caso parte da precisi obiettivi di business e richiede accorgimenti organizzativi e tecnologici. Ciò permetterebbe, secondo un’indagine Golin Harris, di migliorare la predisposizione delle persone verso la marca e potenziare gli altri strumenti di comunicazione usati.
Secondo Altimeter le situazioni che permettono alle aziende di sfruttare il tempo reale a proprio vantaggio possono emergere da due traiettorie: quella della prevedibilità dell’evento e quella della tipologia di azione aziendale.
1. Eventi pianificati che possono essere sfruttati proattivamente
Ricadono in questa categoria gli eventi promossi dall’azienda (lanci di prodotto, conferenze stampa, dibattiti) o ai quali essa partecipa come sponsor (eventi, anche televisivi).
In questo caso i contenuti da condividere nei vari ambienti di rete potranno essere preparati per tempo. Poi durante l’evento, grazie ad un monitoraggio delle keyword legate ad esso, si potranno individuare le opportunità offerte dalle conversazioni.
Il caso di studio più famoso è quello di Oreo, che durante il black out del Super Bowl 2013, grazie ad un team di 15 persone ideò e promosse il tweet “Senza luce? nessun problema. Puoi sempre inzuppare al buio”, ottenendo migliaia di rilanci e un’inattesa copertura stampa.
Power out? No problem. pic.twitter.com/dnQ7pOgC
— Oreo Cookie (@Oreo) February 4, 2013
A questi casi aggiungerei anche i contest o i sondaggi televisivi che usano i social media per coinvolgere gli spettatori. Lo scorso anno The Voice permise di salvare un’artista dall’eliminazione attraverso Twitter. Nell’arco di cinque minuti il cantante con più menzioni associate all’hashtag #VoiceSave venne riportato in gara.
Nel prossimo post vedremo esempi della seconda e terza casistica del Real Time Marketing, ma se nel frattempo avete in mente altri casi interessanti, segnalatemeli nei commenti.
Avrai certamente visto oggi il tweet (sponsorizzato) di @Sette_Di…;)
si diciamo che si avvicina al concetto 🙂 https://twitter.com/Sette_Di/status/443815606018535424
Articolo interessantissimo come sempre, però “un’approccio” senza l’apostrofo…. 🙂