La seconda trimestrale 2018 di Facebook ha mostrato, per la prima volta, segnali di rallentamento dell’impero Zuckerberg in termini di ricavi e utenti. Pur raggiungendo 2,2 miliardi di persone ogni mese, negli ultimi tre mesi si è registrato un calo in Europa sia degli utenti giornalieri (-3 milioni) che mensili (-1 milione).
Per capire cosa sta succedendo in Italia, ad un anno dalla mia ultima rilevazione, condivido a beneficio di tutti i dati disponibili sulla sua ampiezza.
Lo strumento nativo di advertising segnala 31 milioni di account potenzialmente raggiungibili.
Una penetrazione di circa il 91% se si considera che gli utenti mensili di internet sono stimati in circa 34 milioni (Audiweb).
Secondo le mie stime nel giorno medio sono 25 milioni gli italiani che visitano il social network. In mobilità lo usano quasi la totalità: almeno 29 milioni una volta al mese e 24 milioni quotidianamente.
Come sta cambiando la composizione demografica degli iscritti a Facebook in Italia?
Oggi il 58% degli utenti ha più di 35 anni. La fascia con più utenti è quella 35-46 con 6,7 milioni di iscritti.
Interrogando lo strumento di advertising emerge chiaramente la drastica diminuzione dei giovani (non è detto che si siano disiscritti, ma potrebbero non essere stati attivi e quindi non considerati dal tool come raggiungibili dalla pubblicità).
Considerando la fascia 13-29 il calo, rispetto allo scorso anno, è di 2 milioni di persone. In particolare i 13-18enni diminuiscono del 40%, i 19-24enni del 17%, i 25-29 del 12%. Calano anche i 30-35enni e i 36-45enni. A crescere solo le fasce più avanzate: quella dei 46-55enni e quella degli ultra 55enni che fa un salto del 17%.
La mutazione di Facebook mi sembra irreversibile. E’ sempre il centro commerciale più grande del paese, ma per i giovanissimi non è più la prima destinazione social, mentre per i più maturi rimane il luogo nel quale intrattenere relazioni e apprendere informazioni.
Per ulteriori statistiche sui social media in Italia vi consiglio di tenere d’occhio la pagina dedicata dell’Osservatorio Social Media in Italia.
Il calo continuo di Facebook è dovuto soprattutto all’ingerenza di quel social network: la libertà di parola è garantita (anche infrangendo le leggi) solo a determinate categorie di utenti: “quelle politically correct”, non conta che in un paese si possa stare male e vi sia un certo livore verso alcune categorie di persone, l’importante è seguire la massa, non dire niente di potenzialmente offensivo a riguardo di queste, anche se si sono macchiate dei crimini più efferati e sono la causa del malcontento comune, pena il blocco di un mese dal social network o addirittura la cancellazione! Inoltre in Facebook girano video e immagini che definire violente è persino poco, e quello è garantito da loro regolamento, mentre se si vede appena un seno nudo il post in questione viene censurato. In ultima, ma non meno importante, ci sono le migliaia di persone che hanno perso il lavoro a causa di Facebook perché sono veicolati dove non dovevano dei pensieri personali condivisi con dei posts, oppure quelli che si sono tolti la vita a causa di questo social network perché ne ha macchiato l’immagine pubblica.
Riassumendo, la gente è stanca di essere controllata, a rischio, ed oppressa da questo social network per cui se ne sta lentamente andando.