Dopo aver tentato di modificare i termini di utilizzo di Facebook, suscitando una vera e propria sollevazione popolare, Zuckerberg ha dichiarato di voler rendere più trasparente la gestione del social network più grande del mondo.
Il primo atto di questo nuovo corso è l’apertura dei “seggi elettorali” dal 17 al 23 aprile per dare la possibilità agli utenti di scegliere se rispettare i vecchi Terms of Service o abbracciare la nuova Dichiarazione dei diritti e delle responsabilità, che rifletterebbe i feedback ricevuti durante lo scorso mese.
Ma questa nuova Carta, secondo un gruppo di ricercatori di Cambridge, accoglie solo minimamente i commenti degli utenti e dunque sarebbe più che altro un “teatro della democrazia“.
Da un punto di vista procedurale va notato che Facebook ha deciso che riterrà il voto vincolante soltanto se sarà espresso dal 30% degli utenti attivi, definiti come coloro che si sono loggati negli ultimi 30 giorni; un numero non dichiarato, che da dunque molto spazio di “manovra”. In ogni caso è una soglia molto alta, qualunque calcolo si faccia, partendo dagli oltre 200 milioni di registrati, e considerando che dopo due giorni hanno votato quasi 300.000 persone.
L’idea di consultare gli utilizzatori/cittadini di un social network/nazione è sicuramente intrigante, ma non può non incappare nel dualismo, forse insanabile, tra i fini e dunque le pratiche di scelta di un’impresa privata e quelli di un organismo pubblico.
Nei prossimi giorni vedremo se sarà stata solo una mossa di relazioni pubbliche o se spingerà altre aziende a percepirsi come “partecipate” dal pubblico che servono e dunque a coinvolgerlo nelle scelte di governance.
Si vota qui, ma prima vi invito a leggere i documenti in italiano.