SearchGPT (poi rinominato ChatGPT Search), il motore di ricerca di OpenAI, è stato rilasciato dentro ChatGPT. L’ho scovato ieri notte, dopo la segnalazione di un utente tedesco. Non so se si tratta di un rilascio graduale o di un test limitato. Per ora non è disponibile in Europa quindi bisogna attivare una VPN prima di accedere al sito (funziona anche da applicazione per smartphone).
L’azienda, due mesi fa, aveva annunciato di voler entrare nei territori di Google e del suo alleato Bing, rendendo disponibile il prototipo di SearchGPT ad una manciata di utenti.
Ora, Sam Altman, dopo la dipartita di diverse figure di spicco che ne frenavano l’attivismo, ha deciso di metterlo in produzione, senza annunciarlo pubblicamente. La presenza della nuova funzione condiziona l’intero strumento e forse punta a cambiarne la destinazione d’uso. Già all’accesso l’interfaccia è diversa, con un messaggio chiaro tipico di un motore di ricerca o di un assistente “What can I help with?”. A questa offerta di aiuto è possibile rispondere usando il campo di testo in basso e attivando, all’occorrenza, la nuova icona “mappamondo”. È quella la porta di ingresso verso il web.
I risultati che si ottengono sono ricavati dai link selezionati da Bing, dato che Microsoft è il primo investitore in OpenAI, e riassunti da GPT-4o. L’output è testuale con link alle fonti. Non c’è spazio per abbellimenti, se non qualche foto o video da YouTube. Molto diverso dalla ricchezza visiva a cui ci hanno abituati i motori di ricerca attuali, con la possibilità di navigare tra diverse sezioni verticali (le news, le immagini, i video, i libri, lo shopping, la finanza).
Su alcune tipologie di ricerca vengono attivati dei widget. Per esempio, chiedendo informazioni sul meteo si vedrà comparire una lista di risultati con l’icona esemplificativa del tempo. Se invece si chiedono lumi sull’andamento di un titolo azionario apparirà un grafico interattivo del suo trend temporale.
L’impatto di SearchGPT
SearchGPT ha l’obietto di generare una nuova fonte di ricavo per OpenAI, oltre agli abbonamenti, per compensare gli enormi investimenti in ricerca e sviluppo. Quindi in futuro è probabile che appariranno degli annunci sponsorizzati.
Al momento, la funzione sembra una prima iterazione di un prodotto che verrà, forse potenziato da un crawler proprietario, che punta ad impensierire i classici motori di ricerca. Ma anche i produttori di chatbot potrebbero seguire questa nuova strada.
Perplexity, il primo servizio a nascere come ibrido LLM-motore di ricerca, potrebbe perdere il suo vantaggio competitivo, ma per ora sembra meglio posizionato. Google, vero obiettivo di Sam Altman, già da tempo ha iniziato a rinnovare il suo motore, potenziandolo con funzioni di intelligenza artificiale generativa. Infatti, come mostro nel video, la versione statunitense prevede già l’apparizione di risultati di ricerca sintetizzati da “”AI Overview”. Insomma, dalle parti di Mountain View, sono già ben corazzati.
L’altra incognita è l’impatto sul mondo della SEO. La domanda è cosa potranno fare i brand per influenzare i risultati di SearchGPT? Per ora sembra che i criteri di scelta delle risposte siano direttamente derivate da Bing, dunque seguono i classici meccanismi SEO di rilevanza ed autorevolezza. Ma se e quando OpenAI dovesse implementare un suo crawler e degli spazi pubblicitari, dovrà spiegare ai marketer le logiche del posizionamento dei risultati.
Vi lascio al video completo del mio test di SearchGPT (che è stato il primo al mondo ad essere caricato su YouTube) e aspetto i vostri commenti.
Aggiornamento del 31/10/2024: ChatGPT Search è disponibile per tutti