Nelle ultime settimane è cresciuto l’interesse attorno ad una nuova categoria di applicazioni, che potremmo definire di “mobile video streaming”. Si tratta di app come Meerkat, Periscope, YouNow, UpClose, che permettono di trasmettere in diretta video e audio da uno smartphone.
Il tempo diventa una dimensione fondamentale dell’esperienza, che viene potenziata proprio dalla simultaneità di sguardo tra cameraman e spettatore. Certo, nel caso di Periscope, il girato rimane online per 24 ore, ma si tratta di una comodità, non paragonabile all’esperienza in diretta.
Questi servizi sono anche dei social network asimmetrici, caratterizzati da modalità di trasmissione one to many, top down. I commenti degli spettatori restano un contorno, anche se è possibile usarli in format di domanda e risposta. Dunque sono ideali per i personaggi famosi, i giornalisti, i politici, ma possono essere interessanti anche per le aziende. Permettono di tenere i costi bassi e sfruttare l’attimo, con attività di Real Time Marketing.
Siamo ancora nella fase di early adoption: in Italia i tweet riguardanti Periscope dalla data di lancio sono stati circa 28.000, tra cui 5.000 lanci di streaming, provenienti da 13.400 autori.
Alcune aziende hanno già iniziato a sperimentare attività basate su queste app di mobile video streaming (Skyscanner la migliore), ma la situazione del mercato è ancora molto fluida. Periscope è in vantaggio grazie alla spinta di Twitter, ma Meerkat potrebbe ancora recuperare terreno facendo leva sull’innovazione. Inoltre Google e Facebook potrebbero decidere di entrare in campo con un proprio prodotto o sostenendo Meerkat.
Un mio parere pubblicato su Il Fatto Quotidiano di oggi.
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