Il 4 febbraio Facebook compirà 10 anni. Nel 2004 era un piccolo network per studenti dei college statunitensi, oggi è una nazione da 1,2 miliardi di visitatori mensili provenienti dall’Asia (351 milioni), dall’Europa (276 milioni), dagli USA e dal Canada (199 milioni) e da altri territori. Una espansione graduale, ma inesorabile, documentata dalla mia mappa dei social network nel mondo, che ha imposto un modello di socialità in rete e di business che produce 5 miliardi di dollari di fatturato.
Oggi si fa fatica a ricordare la carica innovativa di Facebook, ma prima del suo successo la maggior parte delle persone non condivideva con piacere la propria identità online, né i propri gusti. Inoltre in molte parti del mondo, compresa l’Italia, ha rappresentato uno stimolo all’alfabetizzazione informatica di base (ricordo persone chiedere ai negozianti computer “per andare su Facebook”).
L’evoluzione di Facebook nel nostro paese è interessante perché è stata spontanea, non drogata dall’hype dei media (come scoprii con questa analisi). Alla fine del 2007 si registravano appena 200.000 persone. Poi nel settembre 2008 il primo salto di visibilità che portò gli utenti a superare il milione. Nel 2009 venne oltrepassata la soglia dei 10 milioni. Nel 2011 quella dei 20 milioni.
Oggi gli italiani che visitano Facebook al meno una volta al mese sono 26 milioni. Quelli che lo fanno almeno una volta al giorno sono 17 milioni. Negli ultimi dodici mesi si è avuto un incremento della consultazione in mobilità tanto che oggi gli utenti mensili da mobile sono 16 milioni, quelli giornalieri 10 milioni.
In questi anni è rimasta pressoché inalterata la suddivisione tra uomini e donne, rispettivamente al 52% e al 46%, con una quota di un 2% di non classificati. Invece ciò che è mutata profondamente è stata la composizione delle età degli iscritti. I primi colonizzatori di Facebook sono stati i 19-24enni che nel 2008 rappresentavano ben il 29% di tutta la popolazione iscritta. Insieme a loro i 25-29enni che erano il 22%.
Oggi la prima fascia rappresenta solo il 18% degli utenti pari a 4,6 milioni di persone e la seconda il 12% ossia 3,2 milioni. In questa redistribuzione dovuta alla massificazione, ha assunto un peso prevalente la popolazione più anziana, soprattutto quella di età 36-45, che ora rappresenta il 21% ossia 5,4 milioni di individui.
Nell’ultimo periodo la coorte che cresce di più, al ritmo di un 40% all’anno, è quella degli ultra 56enni. Cala, da settembre ormai, la fascia dei 13-18enni che anno su anno fa registrare un -10%, leggermente più pronunciato tra le donne. Si tratta di un perdita di 350.000 unità, non drammatica ma sintomatica di una difficoltà inedita di stare al passo con le esigenze dei più giovani.
Plausibilmente non si tratta di disiscrizioni, ma di un utilizzo meno frequente a favore delle nuove piattaforme di Instant Messaging. Whatsapp, ad esempio, che è riuscita ad essere percepita come uno strumento di comunicazione cool, più rapido e più privato.
Anche se dovrà affrontare una competizione sempre più agguerrita, Facebook rimarrà ancora per molto la piazza principale per la maggioranza degli utilizzatori della rete.
Complimenti per la tua analisi sempre puntuale.
In effetti Facebook ha perso un po’ la sua brillantezza di un tempo. Penso che principalmente questo sia dovuto al fatto che la piattaforma si sta piano piano stabilizzando diventando parte della routine.
Comunque la parte relativa all’alfabetizzazione informatica di base è molto interessante.
Senza aver fatto uno studio approfondito sui dati, ma solo una valutazione basata su chi mi sta intorno, anche io ho notato un notevole incremento della componente più “matura” della popolazione.
Grazie mille
Ottimo lavoro e fotografia interessante. Puoi se possibile indicarci la fonte dei dati? Grazie Vincenzo.
grazie Andrea. La fonte è Facebook Advertising, la piattaforma per creare l’adv.
beh la traslazione dell’età mi pare coerente anche con un altro fenomeno: 10 anni fa la fascia più numerosa erano i 19-24 e i 25-29 che oggi sono finiti per la maggior parte appunto nelle fasce 30-35 e 36-45. altro confronto interessante sarebbe con il peso delle stesse fasce sulla popolazione attuale. quello darebbe una sensazione dello penetrazione e dello stadio del “ciclo di vita” (e delle potenzialità che FB può ancora provare a sfruttare)