Lo stato del marketing B2B in Italia: conversazione con Giorgio Soffiato

Il marketing B2B sembra sempre il cugino povero del marketing B2C, anche se negli ultimi anni condivide con esso diverse tattiche, soprattutto digitali. Qualche settimana fa vi avevo proposto un’interessante rapporto di LinkedIn sullo stato del B2B nel mondo, oggi condivido un’utile fotografia sulla situazione italiana scattata dall’Osservatorio Marketing B2B.

Ecco alcuni dati sullo stato del marketing B2B in Italia che mi hanno colpito:

  1. Branding: L’influenza dell dinamiche B2C al marketing delle imprese B2B è testimoniato dalla ripartizione per obiettivi del budget destinato alle attività di advertising digitale. Queste sono sempre più finalizzate ad attività di brand awareness (59%) e meno alla raccolta di contatti commerciali 19%;
  2. Lo stato del management e delle persone: c’è ancora un peso rilevante del reparto vendite rispetto al marketing. Ma anche uno scollamento tra i due reparti che produce un problema nella raccolta e gestione dei contatti;
  3. L’esternalizzazione delle responsabilità alle agenzie è al 13%, segno che c’è ancora una mancanza di competenze interne di marketing che spesso vengono delegate anche al sales manager (15%) e al CEO (13%).
  4. Risorse: il 50% degli intervistati dichiara di investire meno dell’1% del fatturato in digital marketing. Il 23% investe fino al 5% del fatturato e solo il 21% investe più del 5% (percentuale che però è in crescita netta rispetto al 5% del 2020).
  5. Canali: email e sito web restano fondamentali, seguiti da LinkedIn. Ma in termini di attività fatte? Molto spazio a piano editoriale e email marketing. Meno all’advertising, soprattutto display.
  6. KPI: emerge che per gli intervistati è più importante l’engagement rate (metrica fallace da diversi punti di vista) che le lead generate.

Di questo e di altro ho parlato con Giorgio Soffiato, imprenditore che ha promosso la ricerca sul B2B.  Buona visione!

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