La fase di maturità dei social media che stiamo vivendo sta determinando, da tempo, una diminuzione delle interazioni e della reach organica (analizzate qui), che spinge le aziende a far ricorso alla pubblicità per estendere la visibilità dei propri contenuti. Per avere un’idea della convenienza delle varie piattaforme ho selezionato alcune statistiche sui costi pubblicitari frutto delle analisi di AdStage (relative al Q3 del 2018).
Facebook è la piattaforma più conveniente.
La pubblicità nel news feed, quella storica, vede un CPC attestarsi su un valore mediano di $0,55 (+19% rispetto allo scorso anno). Contemporaneamente decresce il CPM che si attesta su $8,20. Il CTR tocca il livello più basso degli ultimi due anni e va all’1,44%.
La pubblicità fatta attraverso l’Audience Network presenta un CPC di $0,38, un CPM di $5,35 e un CTR dell’1,37%.
Se si decide di usare l’adv su Messenger si otterrà un CPC di $0,90, un CPM di $5,55 e un CTR di 0,61%.
In questi calcoli Facebook considera tutte le tipologie di click avvenute sull’annuncio (non solo al link ma anche le reazioni e i commenti).
Per quanto riguarda le impression il calcolo avviene se anche una minima parte dell’adv appare sullo schermo dell’utente per almeno 100 millisecondi.
Su Instagram gli investimenti sono cresciuti del 177%
I marketer stanno spostando velocemente i loro investimenti sul social delle immagini, ma nonostante ciò il CPC continua a scendere, arrivando ad un valore mediano di $1,09. Anche il CPM cala portandosi a $6,90 e il CTR sale allo 0,67%.
Per le Storie, secondo Socialbakers, il CPC si attesta intorno a $0,25.
Nella mia esperienza l’accoppiata di Facebook e Instagram può portare ad ottimi risultati.
Su LinkedIn fare pubblicità è ancora costoso.
Quest’anno il CPC si è attestato su un dato mediano di $3,77, in forte calo rispetto ai dodici mesi precedenti. Scende anche il CPM a $6,75, mentre il CTR è stato dello 0,19%, il più basso tra tutte le piattaforme social.
Va tenuto conto che LinkedIn conta come impression “un annuncio visto per almeno 300 millisecondi con almeno il 50% dello stesso visibile sullo schermo”. Il CPC viene calcolato quando si clicca sull’annuncio, ma anche sul nome dell’azienda o sul logo.
Su Twitter la pubblicità è in crescita.
Il network dei 140 caratteri fa fatica ad aumentare il proprio pubblico, ma il fatturato dalla pubblicità è cresciuto del 26% nel Q3.
Il CPC è di $0,60, simile a quello di Facebook, il CPM è di $6,90 (+6%), il CTR è dello 1,1%.
Twitter calcola l’impression in maniera estensiva “ogni qual volta un annuncio appare all’utente”, ma il tempo non viene dichiarato.
Questi sono valori mediani, ma i risultati variano da settore a settore, da paese a paese e, naturalmente, possono essere fortemente influenzati dalla capacità di pianificazione dei singoli marketer.
Se avete esperienze concrete da condividere usate pure i commenti per farlo. Grazie!
Interessantissimo articolo Vincenzo!
Una domanda:
dici che Linkedin conta come impression “un annuncio visto per almeno 300 millisecondi con almeno il 50% dello stesso visibile sullo schermo”.
E Facebook e Instagram?
Grazie mille!!
Paolo Troiani
Paolo grazie per la domanda utile. Ho aggiunto le informazioni nel post, riguardano sia Facebook che Instagram
Bellissimo articolo Vincenzo!
Avrei una curiosità riguardo questo mondo qui, avresti un contatto skype dove poterti fare qualche domanda più specifica? vorrei redarre la tesi sull’argomento.
scrivimi all’indirizzo che trovi nella pagina about 😉