L’avevamo lasciato ad agosto con 24 milioni di italiani attivi e nel giro di pochi mesi Facebook ha toccato un nuovo record. Sono 26 milioni i connazionali considerati come “audience potenziale” dalla sua piattaforma di advertising. Ma i dati che dal 2008 raccolgo nel mio Osservatorio mostrano un fenomeno nuovo. Accanto alla crescita delle fasce più elevate della popolazione, si nota una decrescita di quelle più giovani.
Confrontando i dati di ottobre con quelli dello stesso mese dell’anno precedente si scopre che la coorte dai 45 ai 55 anni cresce del 48% seguita da quella degli ultra 56enni che sale del 44%. Cala, da settembre ormai, la fascia dei 13-18enni che anno su anno fa registrare un -5%, leggermente più pronunciato tra le donne. Si tratta di un perdita di 147.000 unità, forse non drammatica ma sintomatica di una difficoltà inedita di stare al passo con le esigenze dei più giovani.
Plausibilmente non si tratta di disiscrizioni, ma di un non utilizzo a favore di nuove piattaforme. Probabilmente quelle di Instant Messaging come Whatsapp, WeChat, Line (descritte in questo post) che rispondono al desiderio di rimanere in contatto con gli amici in maniera più rapida e all’interno di un ambiente percepito come più intimo. E’ una tendenza mondiale verso la quale hanno espresso preoccupazione sia David Ebersman di Facebook che Twitter nel documento S-1 . Vedremo come questi social network reagiranno, se migliorando i servizi esistenti (si vocifera che Twitter stia per lanciare un Instant Messenger stand alone) oppure acquisendo le app più usate (Facebook si dice sia interessato a Snapchat).
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